Italia
Unire cultura e turismo nei luoghi siciliani che hanno visto nascere scrittori di prima grandezza come Luigi Pirandello, Leonardo Sciascia, Andrea Camilleri, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Antonio Russello, Rosso di San Secondo, Salvatore Quasimodo.
Ripercorre i luoghi vissuti e amati da alcuni dei più importanti e grandi scrittori siciliani, descritti nelle loro pagine di letteratura e di teatro, che hanno appassionato intere generazioni. Autori che, con le loro straordinarie opere, consentono di conoscere meglio gli avvenimenti storici e le tematiche che hanno ispirato tali geni di indiscutibile fama.
Itinerario
1° giorno
Milano/Malpensa – Porto Empedocle
Partenza con volo di linea da Milano/Malpensa per Palermo.
Arrivo all’aeroporto e ritiro dell’auto.
Proseguimento per Porto Empedocle che si presenta con il suo paesaggio di spiagge e colline gessose, una costa splendente con spiagge incantevoli, come quella di Punta Bianca, attraversate da scogliere bianchissime, come quella di marna della Scala dei Turchi, legata ad antiche leggende, sulla quale il vento e la pioggia hanno scavato una gradinata naturale. A Porto Empedocle, nacque Andrea Camilleri, creatore del famoso commissario Salvo Montalbano. Le storie di Andrea Camilleri sono ambientate tra Vigàta e Montelusa che sono luoghi che non si trovano sulla carta geografica ma che vengono individuati in un’area compresa tra la collina di Girgenti e il mare che guarda l’Africa. Scrive Camilleri: “Vigàta in realtà è Porto Empedocle, ma nello stesso tempo, è un luogo ideale”.
Pernottamento a Porto Empedocle.
2° giorno
Caos di Luigi Pirandello e Girgenti (Agrigento)
Trattamento: prima colazione.
La casa natale di Luigi Pirandello si trova in una contrada di campagna, a strapiombo sul mare, denominata “Caos”, al confine tra il territorio del comune di Agrigento e quello del comune di Porto Empedocle. La casa era, in origine, una costruzione rurale di fine settecento, nella disponibiltà della famiglia Ricci Gramitto, avi di parte materna dello scrittore. Qui, Caterina Ricci Gramitto, madre di Luigi, si era rifugiata per sfuggire alla grave epidemia di colera che nel 1867 imperversava in Sicilia. Passato ad altri proprietari in seguito al tracollo economico della famiglia Pirandello, l’edificio fu danneggiato nel 1943 dallo scoppio di un vicino deposito di munizioni e fu dichiarato monumento nazionale nel 1949. Dal 1987 la casa natale costituisce un unico istituto con la Biblioteca Luigi Pirandello. Girgenti è la città descritta da Luigi Pirandello in molte novelle e nei romanzi; nei suoi personaggi spesso si ritrovano quelli del tempo, fatti e momenti di vita del tempo. Girgenti è oggi il centro storico di Agrigento. La decisione di nominare l’intero centro storico della città dei templi “ Girgenti”, fu grazie al suggerimento di Andrea Camilleri, per ritrovare l’origine del nome stesso, in quanto, Agrigento fu chiamata, per volontà di Benito Mussolini, nel 1927. Da aprile del 2016 è tornata a chiamarsi ufficialmente Girgenti. Fondata intorno al 580 a.C., Agrigento vanta un territorio in cui si insediarono i vari popoli che lasciarono traccia nell’isola. Già sede di popoli indigeni che mantenevano rapporti commerciali con egei e micenei, il territorio agrigentino vide sorgere la polis di Akragas, fondata da geloi di origine rodio-cretese. Raggiunse il massimo splendore nel V secolo a.C., prima del declino avviato dalla guerra con Cartagine. Nel corso delle guerre puniche venne conquistata dai Romani, che latinizzarono il nome in Agrigentum. Successivamente cadde sotto il dominio Arabo, con il nome di Kerkent, e nel 1089 d.c. fu conquistata dai Normanni. È nota come “ Città dei templi “ per la sua distesa di templi dorici dell’antica città greca posti nella cosiddetta valle dei Templi, inserita, nel 1997, tra i patrimoni dell’umanità dall’UNESCO. Il centro storico di Agrigento è individuabile sulla sommità occidentale della collina dell’antica Girgenti, risalente all’età medioevale del IX e XV, conserva ancora oggi vari edifici medioevali (chiese, monasteri, conventi e palazzi nobiliari). Nel centro storico sono custodite significative testimonianze dell’arte arabo-normanna, tra cui in particolare la cattedrale di San Gerlando, il principale luogo di culto cattolico di Agrigento. Nel 1951 papa Pio XII la elevò alla dignità di basilica minore. Nei secoli fu più volte ricostruita e nel 1244 fu distrutta in parte a causa di un crollo dovuto a una frana del costone occidentale. La cattedrale subì nuovi danni a seguito di un terremoto nel 1693 e della frana del 1745. Il Monastero di Santo Spirito è uno dei più grandi complessi monumentali diAgrigento, con la sua imponente mole domina la parte orientale del colle, ed è costituita dal Monastero e la chiesa. Esso fu eretto nel 1299 per volontà della nobildonna Marchisia Prefoglio. Situato nel cuore della vecchia Agrigento, il bel complesso di San Domenico, costituito dalla chiesa omonima e dal convento dei Padri Domenicani, risale al ‘600. Si affaccia sulla piazza del Municipio (Piazza Luigi Pirandello) e ha una facciata rinascimentale barocca a due ordini; nel prospetto slanciato e monumentale spicca il portale settecentesco, affiancato da due grandi colonne a sorreggere un frontone aperto decorato. La chiesa è a navata unica, con quattro cappelle per lato, impreziosite da pregevoli tele del ‘700. La chiesa di Santa Maria dei Greci, costruita nel XII sec., sulle fondazioni di un tempio dorico, ha il prospetto in stile arabo-normanno e vi si accede attraverso un cortile delimitato da un portale in stile barocco. Al suo interno sono visibili le fondamenta del tempio dorico di Giove Polieo grazie al pavimento in vetro, mentre nelle pareti sono riconoscibili affreschi. Il Palazzo dei Giganti, sede del Municipio dal 1867, fu costruito nel 1627 ed era inizialmente la residenza agrigentina della famiglia Tomasi dei Principi di Lampedusa e duchi di Palma e successivamente divenne un convento dei domenicani.
Pernottamento a Porto Empedocle.
3° giorno
Favara – Racalmuto – Caltanisetta – Palma di Montechiaro
Trattamento: prima colazione.
Adagiata su un dolce declivio a ridosso di un sistema collinare a tre punte, sorge Favara. Il suo nome trae origine dall’arabo Rohal-Fewwar, termine che significa “polla d’acqua, abbondanza d’acqua”, che col tempo si tramutò in Fabaria e poi in Favara. A Favara bisogna arrivare in piazza Castello per incontrare i luoghi di Antonio Russello, ampiamente descritti e vissuti dall’autore. Non molto lontano dal centro abitato altri luoghi riconducibili all’opera di Russello.
Di origine araba, la città di Racalmuto è la Regalpetra di Leonardo Sciascia. Ed è attorno alla figura di Sciascia che si snoda il “viaggio” nelle Parrocchie di Regalpetra, titolo del primo libro dello scrittore. La “Casa delle zie” di Leonardo Sciascia, è l’abitazione dove visse lo scrittore da bambino e poi da sposato, fino al 1957. È la casa dove ha iniziato a leggere e poi a scrivere e dal luglio del 2019 è aperta al pubblico grazie al mecenate Pippo Fi Falco che l’ha acquistata per farne un museo della memoria. La “Strada degli scrittori” ha tenuto a battesimo l’apertura al pubblico della Casa-museo che conserva al suo interno, oltre ai mobili appartenuti alla famiglia dello scrittore, numerosi volumi di scrittori siciliani, con particolare attenzione alle letture sciasciane. All’ingresso una targa, collocata dalla “Strada degli scrittori” nel trentennale della scomparsa, racconta il luogo con le stesse parole di Leonardo Sciascia: “Io vi restavo in mezzo alle donne ascoltavo senza aprir bocca, e finivo per sapere tutto ciò che avveniva in paese, dalla minima maldicenza all’ultima dicerie ed è così che sono diventato scrittore”. La casa, candidata a diventare Luogo del Cuore Fai, nel 2014 è stata inserita tra i Luoghi della Memoria e dell’identità siciliana.
Palma di Montechiaro, piccolo centro agricolo fondato nel 1637 dalla famiglia Tomasi di Lampedusa, ai tempi signori di Montechiaro. Il ragusano Giovan Battista Hodierna, astronomo e primo arciprete di Palma, si occupò di redigere il progetto del nuovo centro, sulla base di complessi calcoli astronomici relativi alla posizione degli astri nel giorno e nell’ora della fondazione del paese. La “Città del Gattopardo”, come è stata soprannominata, fu inoltre il luogo da cui trasse ispirazione Giuseppe Tomasi di Lampedusa per scrivere il suo capolavoro (che ritrae la decadente aristocrazia siciliana del Risorgimento ) e divenire così uno dei più grandi scrittori italiani del ‘900. Nel romanzo gli eventi si svolgono a Donnafugata ma la ricostruzione rimane nella sostanza fedele a questi luoghi.
Pernottamento a Palma di Montechiaro.
4° giorno
Donnafugata – Modica
Trattamento: prima colazione.
Donnafugata, in mezzo ad un paesaggio di tipiche ed ancora incontaminate campagne siciliane, costellate di muretti a secco, sorge il castello di Donnafugata. Il maniero appare quasi all’improvviso, su una bassa collina, che sovrasta campi nei quali fanno ogni tanto capolino alberi di carrubo o olivi. Alle sue spalle, invece, all’interno della recinzione, fa capolino il verde fitto dell’ampio parco annesso al castello. L’aspetto del maniero è curioso e può tratte in inganno il visitatore: un ampio prospetto ai cui lati si trovano due torri circolari, un terrazzino panoramico ed un bel loggiato con archi a sesto acuto. Le merlature nella sua sommità fanno effettivamente pensare ad una struttura difensiva ma non è così. Il maniero è un condensato di stili di epoche e di gusto differenti. Così lo volle il barone Corrado Arezzo De Spuches. Visitare il castello equivale un pò a immergersi nelle atmosfere del “Gattopardo”. In realtà nè il celebre romanzo nè il film di Luchino Visconti vennero ambientati in questo luogo. Ma l’epoca del castello, lo status sociale della famiglia che vi viveva e le ambientazioni sono identiche. Il castello è infatti composto da ben 122 stanze di cui 22 sono fruibili al pubblico e contengono gli arredi originari dell’epoca. Attraversandole si compie un vero e proprio “salto” nel mondo dell’aristocrazia siciliana dell’ottocento. Terminata la visita al maniero sarà poi piacevolissimo immergersi nel parco annesso, ampio ben otto ettari e coltivato con specie vegetali tipicamente siciliane ed esotiche.
Modica, una delle città più pittoresche della provincia di Ragusa che custodisce tante bellezze e, da alcuni anni l’Unesco, ha inserito Modica nella listadei beni tutelati come Patrimonio dell’Umanità. Molto suggestiva è la visita alla casa natale di Salvatore Quasimodo, premio Nobel per la letteratura e che rappresenta il luogo della memoria per eccellenza. E’ il luogo in cui si può riuscire a cogliere l’essenza della storia che vi si racconta e dell’arte che vi si manifesta attraverso il ricordo e la riflessione. All’interno la casa presenta ancora il mobilio originale nella stessa disposizione delle cose lasciata dallo scrittore. Sono custoditi oggetti appartenuti al grande letterato e si ha l’occasione di ammirare fotografie autografate; edizioni speciali delle opere di Salvatore Quasimodo; cimeli appartenuti al poeta; testimonianza della grandezza delle sue opere. Tutto il centro di Modica è ricco di bellezze architettoniche e basta passeggiare senza troppa fretta per gustarsele tutto fino in fondo. Prendendo una stradina in salita ci si può inoltrare fino nella parte più alta di Modica, dove è possibile vedere la Cattedrale di San Giovanni, preceduta da un’elegante scalinata, il Palazzo Tommasi-Rossi, lo splendido portico del Palazzo Zacco-Pirrera e tanti altri edifici dalle facciate sontuose.
Molto interessante è la visita al Museo Campailla, intitolato al medico-filosofo modicano che riuscì a curare tante persone dalla sifilide grazie ad inalazioni di mercurio tramite delle apposite botti oggi esposte al museo.
Pernottamento a Modica.
5° giorno
Modica – Isola di Ortigia – Catania – Milano/Malpensa
Trattamento: prima colazione.
Dirigersi verso l’Isola di Ortigia, che rappresenta il cuore della splendida città di Siracusa, il primitivo nucleo abitato dove percepire secoli di storia, arte e cultura che hanno contraddistinto questo suggestivo luogo siciliano. Anche se si tratta di un’isola, essa è collegata alla terraferma tramite il Ponte Umbertino che permette direttamente di passare da Siracusa città all’isola di Ortigia. Il suo nome rimanda a origini greche, anche se questa zona, ricca di sorgenti d’acqua dolce, era abitata già dall’età del bronzo, come testimoniato da reperti archeologici databili tra il 3500 a.C. e il 1200 a.C. Passeggiare in questo territorio vuol dire assaporare secoli di storia, captando nelle costruzioni ancora vive in questo quartiere le civiltà greche, romane ed il passaggio indelebile degli aragonesi e degli arabi.Numerosi palazzi ed edifici sacri caratterizzano la zona, ma alcuni più degli altri vengono immortalati in migliaia di scatti fotografici ogni anno dai numerosi turisti che si recano in visita a Siracusa. Tra questi bisogna menzionare il Castello di Maniace, poderosa costruzione che si estende nella parte meridionale dell’isola. Fu costruito intorno alla metà del XIII secolo e col trascorrere degli anni fu utilizzato sia come residenza che come struttura difensiva. Sempre nella parte meridionale di Ortigia c’è la Fonte Aretusa, legata ad una leggenda secondo la quale la ninfa Aretusa, per sfuggire ad Alfeo, follemente innamorato di lei, chiese aiuto ad Artemide, che per salvarla la trasformò in una fonte. Il Duomo della città, costruito in origine nel V secolo a.C. come tempio dedicato alla Dea Atena e modificato in seguito con la trasformazione in basilica cristiana. Oggi la facciata si presenta interamente rifatta in stile barocco, avendo subito gravissimi danni in seguito al terremoto del 1693.
Nella parte settentrionale dell’isola di Ortigia sarà molto interessante una visita all’antico tempio di Apollo, considerato il più antico tempio presente in tutta la Sicilia. E’ datato addirittura VI secolo a.C., ma col trascorrere del tempo ha subito numerosissime modifiche, venendo trasformato in chiesa, in moschea e durante il dominio degli aragonesi.Nell’Isola di Ortigia si sono concentrate tutte le architetture di pregio in stile barocco, liberty, rococò e classico della città, facendo di Ortigia un notevole sito di arte monumentale.
In serata si raggiunge Catania, rilascio dell’auto in aeroporto, e partenza con volo di linea per Milano/Malpensa
Prestazioni e quote
Quota individuale di partecipazione:
A partire da Fr. 680.-
Supplementi:
Supplemento camera singola: Fr. 170.-
Ass. obbligatoria annullamento viaggio: Fr. 60.-
(valida solo in caso di annullamento prima della partenza)
La quota comprende:
Noleggio auto presa all’aeroporto di Palermo e rilascio all’aeroporto Catania.
Chilometri illimitati, CDW/TP inclusa, guidatore supplementare.
Accomodamento alberghiero di categoria 4 stelle a Porto Empedocle e Modica, categoria 3 stelle a Palma di Montechiaro.
Trattamento di pernottamento e prima colazione.
La quota non comprende:
Passaggio aereo Milano/Malpensa-Palermo e Catania -Milano/Malpensa.
(La tariffa aerea, la più conveniente al momento della prenotazione, è subordinata alla disponibilità in base alla data del viaggio).
Pasti, mance e tutto quanto non espressamente indicato sotto la “ La quota comprende”.