Aarti, la cerimonia di purificazione
India
L’Aarti non è una festività, ma un rituale di purificazione induista che viene celebrato come buon auspicio oppure per ringraziare una divinità in molte occasioni diverse. Gli Aarti più affascinanti e scenografici si tengono nelle città che sorgono lungo le rive del fiume sacro, il Gange. Durante la cerimonia, che ruota attorno al simbolismo del fuoco e della luce, si accendono piccole fiaccole, in genere rappresentate da piattini cosparsi di petali di fiori in cui arde uno stoppino in cotone imbevuto di ghi (il tradizionale burro indiano chiarificato) oppure di canfora.
Nei rituali più importanti e celebri, come quello che si tiene al tramonto presso la città sacra di Varanasi, l’Aarti (o, più precisamente, il Ganga Aarti) si trasforma in una grande festa a cielo aperto, con i gradoni che scendono verso le acque del Gange illuminati dalle fiammelle di centinaia di candele, ma anche con canti e danze tradizionali avvolte nell’esotico profumo dell’incenso.
L’Induismo è una religione fatta di rituali complessi e simbolici, che includono giochi di luce, colore e movimenti del corpo che rappresentano una attenta ricerca estetica ed artistica di grande valore culturale. Per il rito dell’Aarti, o Arati, viene generalmente utilizzato un vassoio di metallo, cosparso di fiori, sul quale si pone una lampada di metallo o terracotta, riempita con del burro chiarificato, chiamato Ghee, oppure dell’olio, per alimentare la fiamma che brucia uno stoppino di cotone. In particolari casi al posto del cotone viene utilizzata della canfora, una sostanza cerosa bianca con un forte odore aromatico, che viene estratta principalmente dal legno di un grande albero sempreverde, e questa variazione ha un preciso significato simbolico: la canfora infatti arde senza lasciare particolari residui, rappresentando l’ego che, una volta raggiunta la realizzazione spirituale, scompare senza lasciar traccia.
Il Ganga Aarti viene eseguito su un palco da un gruppo di giovani Pandit (sacerdoti induisti) vestiti con abiti color zafferano e durante la cerimonia, si muovono lentamente con precisi movimenti e gestualità, con movimenti circolari, porgendo la lampada verso la divinità per sette volte per poi rivolgersi ai fedeli con lo stesso modo e poi ritornare verso la divinità. Ulteriori quattro giri verso i piedi della divinità, due all’ombelico e tre al suo viso, e nuovamente sette giri all’intera figura. Mentre i credenti passano le mani a coppa capovolta sul fuoco e portando verso la fronte la forza purificatrice del fuoco e la lucerna viene fatta girare tra la folla.
La cerimonia Aarti si svolge con canti religiosi Bhajan, testi di preghiera collegati a melodie semplici, con il suono costante di campane cerimoniali, gong, tamburi che riverberano nell’aria. A queste si aggiunge il suono delle conchiglie sacre, che nella mitologia Indù hanno sempre rivestito un posto significativo, come una delle quattro armi di Vishnu, che hanno imbrigliato il suono primordiale della creazione e nella cerimonia vengono utilizzate per disperdere le energie negative e allontanare le forze del male.
Un mix perfetto che unito all’aria profumata di sandalo crea un’atmosfera magica e incantata, donando anche al visitatore un senso di armonia, gioia e rassicurazione.
Il Ganga Aarti anche se viene svolto due volte al giorno, attira comunque moltissimi turisti e non è sempre semplice riuscire ad accomodarsi sulla scalinata. La cerimonia in se dura circa una mezz’oretta, ma conviene arrivare con un discreto anticipo per riuscire a partecipare all’evento. In alternativa si può assistere comodamente, pagando un biglietto per una barca, per vederla direttamente sul fiume Gange.
Data della cerimonia: 18 Novembre
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